Racconti su Finalborgo
Oggi non siamo più un borgo vecchio, ma antico e moderno assieme, un risultato ottenuto grazie al nostro amore per queste pietre, grazia al non aver mai perso la nostra identità di comunità aperta
– Pier Firpo
Pier Firpo, famiglia che ha radici nell’antico marchesato dal 1600, non fa sconti mentre gli si illuminano gli occhi parlando del passato, non quello della Storia, quello prossimo di Finalborgo, Uno dei Borghi più belli d’Italia.
“Finalborgo era un borgo vecchio, non era considerato antico, addirittura era chiamato il Bronx. Addirittura noi ragazzi di Finalborgo eravamo soprannominati ‘Cu giani’, culi gialli, perchè il sole non entrava mai nei vicoli e nelle piazzette. Eppure eravamo una comunità unita, forte, se vogliamo consapevole delle enormi potenzialità di questo borgo. Parlo degli Anni ‘60 e ‘70, quando eravamo snobbati, dimenticati da tutta la città”, prosegue.
Una debolezza? Non per Pier Firpo: “Eravamo talmente comunità che siamo riusciti ad accogliere ed integrare perfettamente gli immigrati di allora, i meridionali, segno della forte identità, dell’appartenenza a questo borgo”.
A dimostrazione del legame Pier mostra un enorme mazzo di vecchie chiavi e chiavistelli, aprono le porte dei suoi luoghi del cuore ed è conservato e tramandato da duecento anni dalla sua famiglia.
PH: Rita Rossi
Tra i vicoli e le piazzette si aggiravano personaggi unici, come Gin, uno zio di Pier, giovane partigiano traumatizzato da un drammatico episodio della Resistenza finalese, voleva scacciare i fantasmi del passato girando le osterie del borgo, ma non dimenticava le pagine del suo amato Hemingway che declamava a memoria. Pi la svolta, Anni ‘70.
“Finalborgo viene scoperta, o riscoperta, dai climbers, prima gli italiani, poi gli stranieri. Qualche finalborghese vende la casa nel borgo per trasferirsi nei cubi di cemento che si costruiscono ovunque, chi rimane capisce che è arrivata l’ora del rilancio, corsi e ricorsi storici.
I commercianti si impegnano, la politica li ascolta, viene restaurato il complesso di Santa Caterina, Finalborgo diventa la patria dell’outdoor, della cultura, della storia e delle rievocazioni.
Oggi non siamo più un borgo vecchio, ma antico e moderno assieme, un risultato ottenuto grazie al nostro amore per queste pietre, grazia al non aver mai perso la nostra identità di comunità aperta”, conclude Pier Firpo.
