COME UNA SINFONIA DI VENTO E DI MARE

A CURA DI FEDERICO ALBERTO

Alessandro Capra, finalese di nascita, è uno skipper per professione e per diletto.

Inizia a praticare la vela da bambino, a cinque anni. Prima con il surf, poi con il catamarano, e infine con il primo cabinato. Da qui è scattato il vero amore per la barca. “Ho sempre amato il mare, ma a quattordici anni è diventato l’unica passione della quale non ho più potuto fare a meno”.

Velamania è nata quasi per gioco, da un’idea di suo padre Gianni, quando lui aveva sedici anni, e tramite volantini e passaparola ha iniziato a portare le persone a fare esperienze in barca. Tre anni dopo le cose avevano cominciato a ingranare, così presero una barca più grande, che ha tutt’ora: “Aledo”, un Oceanis Clipper 423, di 13 metri.

Oggi Alessandro ha trentotto anni e con Velamania organizza corsi, escursioni-vacanza e attività in barca a vela, fra cui cene, aperitivi e addii al nubilato, da assaporare ormeggiati all’ombra del tendalino o sotto le stelle.

Il silenzio, la pace, sentirsi un tutt’uno con la barca, con il vento e con il mare. Respirare il profumo della salsedine, ascoltando lo scrosciare delle onde che si infrangono sulla barca e la portano a destinazione… Chi è stato in barca a vela almeno una volta lo sa: questo tipo di imbarcazione ha una marcia in più rispetto alle altre, e i turisti sono d’accordo. “Già solo quando esci dal porto e spegni il motore, si percepisce la loro gioia, è tutto un altro modo di navigare,” racconta Alessandro, spiegando i motivi per cui ama la vela. “È come sentirla respirare,” continua, “senti quando si muove, senti il vento che passa nelle vele, come le gonfia, le inclina, ogni reazione della barca a seconda delle onde e del vento. Una sensazione unica: entri in contatto con la barca in un modo irripetibile”.

Il mare è libertà, e così andare a vela, “non devi dipendere dai distributori di gasolio, non inquini, e viaggi nel silenzio, senza vibrazioni o rumore, che è tutta un’altra cosa.” Però il mare ha le sue regole, ed è sempre lui a dettarle: “se un giorno non c’è vento da quella parte devi adeguarti, sviluppare una certa sensibilità con l’ambiente e ragionare a seconda dell’umore che ha il mare,” ed è questo che insegna nei suoi corsi, fornendo le basi necessarie per condurre una barca a vela. “Quando vedi che le persone riescono a capire e anticipare quello che vorresti fare, è una soddisfazione,” racconta Alessandro, e così si crea una connessione fra la barca e l’equipaggio, il mare e il vento: “è una sintonia, un gioco di squadra e di coordinazione”.

Fra i posti più belli dove veleggiare nel finalese c’è la zona di Capo Noli e della Baia dei Saraceni, con la scogliera verticale a picco sul mare, Punta Crena e l’isola Gallinara.

Oltre alla bellezza cristallina delle sue acque, i fondali profondi del finalese favoriscono la presenza di cetacei, che è possibile avvistare facendo delle gite al largo: delfini, stenelle e tursiopi, ma anche – seppure più rari – capodogli e balene.

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