I TERRAZZAMENTI DELLA CANTINA PAGANINI: PAESAGGIO AGRICOLO DEL FINALESE
DI PAOLA IACONA
Ai piedi della Rocca di Perti, proprio sotto la vecchia cava di Pietra del Finale, Gian Riccardo Paganini ha recuperato gli antichi vigneti di famiglia, coltivati sui tipici terrazzamenti liguri. In dialetto si chiamano “fasce” e caratterizzano profondamente il paesaggio di questi luoghi.
Due i vitigni impiantati da Paganini nel corso degli anni, entrambi DOC della Liguria di Ponente. All’originario vigneto di Vermentino, si è aggiunto un terreno coltivato a Pigato, incolto da anni. 1000 mq di muretti a secco, che Gian Riccardo ha ricostruito personalmente e con pazienza: “i terrazzamenti sono difficili, richiedono una manutenzione costante, ma sono anche generosi: garantiscono esposizione solare e ventilazione ideali e con il loro spessore di un metro, un metro e venti, scaldati dal sole ne rilasciano il calore durante la notte”. Senza contare il loro ruolo fondamentale nel contrastare le frane e nel preservare la biodiversità. Un patrimonio prezioso dal punto di vista storico, paesaggistico e naturale.
Il legame di Gian Riccardo Paganini con il territorio finalese è profondo. “Sono nato a Finale Ligure, amo questo territorio e sono cresciuto con lui” racconta. “Da giovanissimo avevo uno stabilimento balneare, che ho ceduto negli anni ‘80 per occuparmi del vigneto di famiglia. Parallelamente è cambiato anche il turismo: qui si è sviluppato l’outdoor, favorito da una conformazione particolare del territorio, ed è maturata una maggiore sensibilità per l’agroalimentare”.
Non è un caso che l’attività della Cantina Paganini si intrecci anche con il mondo dei bikers e con le manifestazioni sportive internazionali che a Finale hanno il loro centro nevralgico. “La maggior parte dei miei clienti diretti sono stranieri innamorati della campagna e italiani appassionati di enologia”, spiega ancora Gian Riccardo. “E naturalmente lavoro in maniera costante anche con i ristoratori locali”.
La relazione con il territorio si traduce poi nell’attenzione per l’autenticità di un prodotto coltivato in maniera eco-compatibile, riducendo l’uso di fitofarmaci, e nella volontà di coinvolgere i giovani, attraverso la collaborazione con l’istituto agrario di Albenga per l’alternanza scuola-lavoro.