VITA NELLE PRODONDITA’ DEL MARE
A CURA DI FEDERICO ALBERTO
Dai mille metri sul livello del mare del Colle del Melogno, alla distanza di un miglio davanti alle sue coste, il paesaggio finalese può raggiungere, quasi specularmente, i mille metri di profondità. Fondali che, subito dopo la piattaforma continentale che digrada più dolcemente, raggiungono pendenze rilevanti e sono caratterizzati dalla presenza di canyon sottomarini che confluiscono tutti nel bacino del Mediterraneo occidentale.
“I canyon sottomarini sono come grandi autostrade per le sostanze nutritive” spiega il biologo marino Maurizio Wurtz, già Professore all’Università di Genova, e Conservatore scientifico del Museo Oceanografico di Monaco, socio fondatore di Artescienza e di Menkab. “La corrente, che lambisce la Liguria da est a ovest in senso antiorario, discende verso il fondo e risale continuamente, formando vortici che spostano le sostanze nutritive in superficie. Questo sistema complesso innesca la catena alimentare per cetacei e grandi pelagici: balene, zifi, capodogli, delfini, pesci spada, tonni rossi”.
Un ecosistema particolarmente favorevole all’insediamento di importanti popolazioni residenti, come quella degli zifi (il nome scientifico è Ziphius cavirostris). Se ne contano almeno cento esemplari che si muovono dal canyon di Genova e non si spostano oltre il finalese, perché qui hanno trovato condizioni ideali. “Sono molto esigenti dal punto di vista alimentare, sia per tipologia che per quantità di cibo”, spiega ancora Wurtz. “Si nutrono principalmente di Histiotheuthis, grandi calamari di profondità, con un occhio più grande rivolto verso il fondo e un occhio più piccolo rivolto verso la superficie, e con fotofori che li rendono luminosi. Possono arrivare a pesare anche 30 kg e sono una specie chiave della catena alimentare nel finalese”.
C’è ancora molto da scoprire sul mare che si stende davanti alle coste finalesi, così ricco di biodiversità e di organismi che lo abitano e si muovono quotidianamente sotto la sua superficie. Lo stesso Maurizio Wurtz ne è ancora affascinato, anche dal punto di vista estetico. “Le linee di un delfino, i colori di un’acciuga: sono affascinato dalla forma e dall’evoluzione della bellezza che si trova in queste creature, e che rappresenta un potenziale estetico inestimabile”.
Per questo Wurtz ha scelto di utilizzare l’arte come strumento di conoscenza, creando modelli tridimensionali di organismi marini, in diversi materiali, dalla più piccola forma sino ai giganti del mare. “Se con una delle mie opere riesco a far emozionare il pubblico, ho già innescato un processo di conoscenza e curiosità verso un mondo che ancora non conosciamo pienamente”, conclude.
Le attività di divulgazione proposte da Artescienza si posson scoprire sul sito.
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