UNA VITA PER LA POESIA
DI FEDERICO ALBERTO
Nata il 4 marzo 1940 all’Ospedale Ruffini di Finale Ligure, Maria Rosa Valli è cresciuta coltivando un forte interesse per la poesia. Una passione sbocciata nel periodo in cui lavorava nello stabilimento Piaggio, che per quasi un secolo, fino al 2014, ha avuto la sua sede proprio a Finale.
Fu allora che Maria Rosa Valli scoprì le oltre 200 poesie in dialetto finalese che suo suocero, Virgilio Fedi, detto “U Finarin”, scriveva a mano su semplici pezzi di carta. Quasi per una sorta di sfida scherzosa – “Provo a leggerle, vediamo se capisco il dialetto!” – decise di battere a macchina ogni singola poesia. Nacque così la raccolta dal titolo “I mugugni du nonnu”, pubblicata nel 1987 a cura di Dino Chiesa, che affermò Virgilio Fedi come il primo e forse unico vero poeta dialettale finalese.
La passione di Maria Rosa l’ha portata ben presto a scrivere a sua volta, vincendo anche alcuni premi. Le sue composizioni sono conosciute e apprezzate a Finale e dintorni. Per questo, e per la sua vitalità contagiosa, tutti qui le vogliono bene e per lei “questa è la cosa che conta di più”.
Per spiegare quanto sia importante per lei continuare a tramandare il dialetto e le tradizioni finalesi, Maria racconta i suoi ricordi dei pescatori di tanto tempo fa: “Ogni sera, una voce femminile risuonava nei vicoli per avvisarli, in dialetto, che era ora di uscire a pesca, e quando il mattino dopo rientravano con il pesce fresco, mia mamma li accoglieva con un caffè caldo. Ora invece i pescatori si chiamano solo con i messaggi sul cellulare. Sarebbe importante continuare a comunicare e conoscere da chi le ha vissute quelle che rimarranno sempre le tradizioni più vere e autentiche dei nostri luoghi”.
Maria Rosa Valli abita ancora a Finale Ligure, dove ha sempre vissuto e dove ha la sua famiglia, i suoi amici e le sue poesie. Viaggia tanto e non smette mai di raccontare e trasmettere tutti i ricordi più nitidi che si porta dentro, creandone sempre di nuovi.
Ecco una sua composizione, dedicata al valore della vera amicizia, con cui ha vinto un premio di poesia dialettale.
L’Amicisia!
Cuande e unbre da notte se spegian
In ta lüxe da lüna i raffiuran i recordi
vestii de gioie e duluri.
Cumme e unde du mô e se acavalan
I se runsan tra prublemi e affanni
In ten lampu ti passi in rassegna
tütti i teû anni.
A felicité a te insegue, a te pia,
a te sfiura in attimu poi a se ne va.
U te vegne da pensô: u manca l’amu
Invece ti ghe u ciü: in veru amigu.
E delüxuei i fan pőrte da vita ma
a richessa ciü grande a l’é l’amicisia.
A se preoccupa a te serca a se esprime
In ogni mumentu a te fa u cheû cuntentu.
U surrisu ten illümina i őggi
l’emusciun a se mest-cia cun a
cummusiun perché ancô cumme
Ieri a fatiga de vive cuscí a se
fa vulentieri!
L’Amicizia!
Quando le ombre della notte
si specchiano nella luce della luna
riaffiorano i ricordi
vestiti di gioie e di dolori.
Come le onde del mare si accavallano
si spingono tra i problemi e affanni,
in un attimo passi in rassegna
tutti i tuoi anni.
La felicità ti insegue, ti prende
ti sfiora un attimo poi se ne va.
Ti viene da pensare: manca l’amore.
Invece hai il più: un vero amico.
Le delusioni fanno parte della vita
ma la ricchezza più grande è l’amicizia.
Essa si preoccupa, ti cerca, si esprime
in ogni momento ti fa il cuore contento.
Un sorriso ti illumina gli occhi
l’emozione si mescola con la commozione
perché oggi come ieri
la fatica di vivere così si fa volentieri.
Maria Rosa Valli