IN BICI O A PIEDI, UNA SCOPERTA INFINITA SUI SENTIERI DI FINALE
DI FEDERICO ALBERTO
“Ci sono luoghi dove si può abitare, altri dove ci si sente a casa. Anche se ci si è cresciuti dentro, a questa meraviglia non ci si dovrebbe mai abituare. Credo che chi viene da fuori abbia una visione meno scontata, uno sguardo che conserva tutto lo stupore delle prime volte. Vedere Finale come la prima volta, ecco, rimanerne affascinati sempre, sapersene innamorare e rinnamorare ogni giorno”.
Esordisce così Riccardo Negro, parlando di Finale e del suo territorio, nella nostra conversazione appoggiati al bancone esterno del bar davanti al negozio della Montura – abbigliamento e attrezzature per la scalata – di cui Riccardo è store manager. “Il mio primo lavoro”, come gli piace dire.
Anche lui viene da fuori, ma un “fuori, vicino”. È nato a Savona e ha vissuto fino a 23 anni ad Albissola. Classe 1983, papà impiegato, mamma casalinga. “Fin da bambino i miei genitori mi hanno sempre appoggiato: quando volevo correre, quando volevo andare in mountain bike o arrampicare; sono stati un grandissimo supporto nella mia vita, mi hanno permesso di diventare la persona che sono adesso, e quindi li ringrazio”.
Ha frequentato Scienze Ambientali a Genova e fatto l’Erasmus in Grecia. Oggi è sposato con Chiara e vive a Orco Feglino, nella prima entroterra finalese, dentro quel paesaggio che così tanto ama. “Chi è innamorato di un territorio come questo si sente quasi in dovere di fare qualcosa per ripagare con la propria cura tutta questa bellezza che abbiamo ricevuto senza fare nulla”. Riccardo va in bicicletta, cammina, scala. Studia il territorio, ricerca sentieri antichi e guida gli altri alla scoperta del Finalese.
Una vita dove lavoro e tempo libero non hanno una cesura netta. “Diciamo che il confine uno ogni tanto cerca di metterlo per darsi delle regole, o per far sì che la passione non ti logori”. Nelle parole di Riccardo si sente la serenità di chi vive e lavora in armonia con le proprie passioni.
Un lavoro a 360° nel mondo dell’outdoor finalese. Oltre che nel Montura Store di Finalborgo, Riccardo è impegnato come guida mountain bike e come guida ambientale ed escursionistica: in bici e a piedi sui sentieri di Finale. Ambienti naturali bellissimi: il mare, la costa, il fondo valle, i terrazzamenti, il bosco, gli altipiani, la montagna.
Un territorio ricco di energia, ma in delicato equilibrio, che ospita alcune tra le pareti di roccia più belle d’Europa per il climbing; una varietà enorme di sentieri di differente difficoltà, sia per il cross country, sia per l’enduro, e oggi anche per l’e-bike.
“Poi mi sono avvicinato al mondo degli eventi, perché da biker frequentavo la 24H come utente; quindi, il primo approccio che ho avuto è stato da partecipante che andava con gli amici a divertirsi alle Manie. Mi è piaciuta così tanto che mi sono legato con chi la organizzava allora, e la organizza ancora adesso insieme a me”.
Prima volontario, poi membro dell’associazione sportiva Blu bike, a cui questa grande manifestazione dell’outdoor finalese fa capo. La 24H è nata a metà anni Novanta dall’intuizione di fare promozione territoriale attraverso un evento sportivo che acquistasse sempre più rilievo e visibilità nel corso del tempo. Insieme alla manifestazione sono cresciute anche le responsabilità, e oggi Riccardo è uno degli organizzatori. La 24H di Finale Ligure, che si tiene a fine maggio, porta per tre giorni consecutivi migliaia di persone sul territorio.
Riccardo, dopo aver creato il FinaleEnduro, collabora anche all’organizzazione della finale dei campionati mondiali di Enduro, l’Enduro Wolrd Series, e del Trofeo delle Nazioni che si tengono – alternativamente – nel mese di settembre.
“Questi sono gli eventi che dicono concretamente al mondo quant’è bella Finale, e quanto è sempre all’avanguardia nel contesto mountain bike internazionale. Tante volte viaggio per le mie passioni, vado in giro per l’Europa a scalare, vado in altri luoghi in bicicletta: trovo posti bellissimi, ma ogni volta che torno a casa ho la conferma che Finale è uno dei posti più belli che abbia mai visto nel mondo e mi rendo conto che è il posto giusto”.