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La mostra di Angelo Ruga
a cura di MUDIF Museo Diffuso del Finale, in collaborazione con Associazione Angelo Ruga e Question Mark
L’Oratorio dei Disciplinanti di Santa Caterina in Finalborgo ospiterà per il 2024 un ciclo di mostre organizzate da Question Mark. L’evento di aperura è dedicato ad Angelo Ruga, da non perdere.
Non temere/non vogliono te/li hanno messi lì/a far paura/ma non hanno occhi/solo fessure/e le loro braccia/son rami/le mani due cenci/e i fucili/due bastoni/che a primavera/fioriranno.
Così, in una poesia del 1993, lo sguardo di Angelo Ruga sembra trovare un punto d’approdo, aprendosi su una collina ormai priva di tensioni. Sono i corpi in legno degli spaventapasseri a recitare una drammaturgia di volti e gesti muti nelle campagne piemontesi. Simulacri attraverso i quali l’artista crea il proprio alter ego, restituendo alla collina l’anima di quegli spiriti apotropaici incontrati tra i campi.
Dal 16 maggio al 7 luglio 2024 (inaugurazione 16 maggio ore 18), l’Oratorio de’ Disciplinanti di Santa Caterina di Finalborgo ospita la mostra Non temere, curata da Daniele Panucci e Gabriele Cordì, e prodotta dall’associazione culturale “Angelo Ruga” in collaborazione con Question Mark. Nella ricca produzione di Ruga, le tematiche si intrecciano, i soggetti ricorrono e i modelli vengono riproposti e reinterpretati attraverso varie tecniche, soluzioni e formati. Per questo motivo, la mostra retrospettiva si propone di offrire una visione ampia e approfondita della ricerca poliedrica e instancabile dell’artista piemontese, guerriero e demiurgo. In parallelo, dal 24 maggio al 23 giugno, presso la Bottega del Vino di Dogliani (CN), saranno esposti alcuni lavori pittorici di Angelo Ruga sul tema delle langhe e delle colline.
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Biografia
Angelo Ruga nasce nel 1930 a Torino, dove tra il 1948 e il 1957 si forma presso il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina. Dipinge paesaggi torinesi, alternando viaggi di formazione nel centro-sud d’Italia: Umbria, Lucania e Puglia. Viene ingaggiato come calciatore professionista dalla squadra di Albissola Marina (Savona), dove si trasferisce e vive dal 1954 al 1956.
Qui ha l’opportunità di entrare in contatto con gli esponenti dell’avanguardia artistica nazionale e internazionale; fra questi, Asger Jorn nel 1954 lo ritrae in un dipinto a olio conservato oggi al Museum Jorn di Silkeborg (Danimarca). Esordisce nel 1955 con una mostra personale alla Galleria Sant’Andrea di Savona, presentato da Emilio Zanzi. Nel 1960 a Milano partecipa alla mostra del Premio Apollinaire (vinto quell’anno da Bepi Romagnoni).
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Dal 1957 la pittura paesaggistica di Ruga si carica progressivamente di valenze espressive vicine all’informale gestuale, con echi di surrealismo biomorfico.
Nel decennio successivo, i paesaggi si popolano di personaggi e maschere (spaventapasseri, arlecchini, soldati) che negli anni Settanta escono dai quadri per diventare sculture polimateriche, nelle quali elementi plastici in legno e ceramica convivono con resti organici e oggetti residuali della cultura contadina. Vive tra Albissola e la collina di Mongreno, Torino.
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Si concentra sempre più sulle visioni del paesaggio agreste e la sua pittura si fa via via più astratta, sorretta dalla forza sintetica della linea e da campiture cromatiche pure e piatte. Nascono i cicli delle Colline, degli Insetti, dei Giochi (1985-1990), dei Paesaggi immaginari (1990-1996).
Nel 1993 si trasferisce definitivamente nelle Langhe, a Clavesana (Cuneo), dove si spegne nel 1999.
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