a cura di MUDIF Museo Diffuso del Finale
Al largo della Riviera ligure di Ponente, nel cosiddetto “santuario dei cetacei”, oggi non è difficile avvistare balene, balenottere, capodogli, stenelle e delfini. Costituisce invece una rarità il rinvenimento di fossili di grandi mammiferi nelle rocce del Finalese.
Nel secolo scorso, durante il taglio di un grande blocco di Pietra di Finale nella cava dei “Ciapassi” sulla parete ovest del Bric Spaventaggi nella valle dell’Aquila, venne alla luce un eccezionale fossile attualmente esposto nelle sale del Museo Archeologico del Finale, in seguito a una donazione.
Si tratta di una porzione di mascellare di Misticeto, ovvero di un cetaceo munito di fanoni, che visse nel mare miocenico tra 16 e 12milioni di anni fa, quando si formò la Pietra di Finale.
Al momento non è chiaro a quale specie estinta appartenga questo fossile a causa della sua frammentarietà. Dai primi studi sembra comunque riconducibile a un balenide. L’animale, considerate le dimensioni del reperto, poteva raggiungere una lunghezza di 15-20 m.
Lo scheletro di questo mammifero venne inglobato nelle sabbie ricche di conchiglie, coralli e altri organismi che si andavano depositando sui fondali del mare miocenico e subì una lenta fossilizzazione e mineralizzazione.
Nella zona doveva essere presente un golfo, chiuso a nord da una ripida falesia e protetto a sud da un cordone di sabbia, una sorta di diga naturale che ne limitava il collegamento con il mare aperto attraverso stretti canali. È proprio in un ambiente così strutturato, a clima moderatamente caldo, che venne a morire questo grande mammifero marino del passato.
Per ulteriori approfondimenti, sono disponibili presso il bookshop del Museo Archeologico del Finale e nelle principali librerie finalesi le pubblicazioni “Pietra di Finale. Una risorsa naturale storica del Ponente ligure” e “Il paesaggio del finalese. Alla ricerca dell’identità di un territorio”.