UN CAMMINO PER I DEL CARRETTO E LE ARMI DI UNO SCULTORE “LOMBARDO”
a cura di MUDIF Museo Diffuso del Finale
Al centro della facciata del Palazzo del Tribunale a Finalborgo si apre il grande portale con cornice in pietra nera, inserito in un’architettura dipinta a trompe-l’oeil con due colonne laterali che sorreggono un classicheggiante architrave con la scritta “Palazzo Nazionale”, risalente al periodo napoleonico. In alto, allegorie delle Virtù repubblicane completavano la decorazione: la Giustizia, con spada e bilancia, e la Vigilanza, a destra, con un gallo ai suoi piedi.
Il portale fu ricomposto assemblando diversi elementi scultorei, compreso un prestigioso camino cinquecentesco, riconducibile a maestri “lombardi” attivi in Liguria in quel periodo.
L’architrave presenta una decorazione “a panoplie”, costituita cioè da una assiepata sequenza di armi “alla moderna” con scudi, armature, cannoni, una tenda da campo, un tamburo o, a sinistra, uno strumento musicale molto particolare noto come ghironda.
I piedritti curvilinei, usati come basi, sono invece ornati sul fronte da una ghiera a “guilloche”, che include elementi floreali e termina in basso in una figura abrasa di difficile lettura. Sui fianchi si osserva invece una fine decorazione con tralci di vite e grappoli all’esterno, girali a racemi e cornucopie con una candelabra a rosette e fogliami sui lati interni.
La decorazione con armi del camino finalese presenta strette analogie con i portali ad arco inscritto dei palazzi savonesi di Giovanni Battista Gentil Ricci e di Battista Del Carretto in Via Orefici, membro di un ramo della famiglia ormai inurbato in città.
Per queste opere, databili entro il primo ventennio del XVI secolo, è stato proposto il nome di Antonio Della Porta, detto il Tamagnino, originario di Porlezza sul Lago di Lugano, e attivo tra Genova e Savona agli inizi del XVI secolo. A costui è stata ricondotta l’introduzione del tema a panoplie in Liguria, anche se l’attribuzione dei portali savonesi è condivisa con un altro maestro attestato in città a partire dal 1503 e inserito nell’ambito della bottega del Tamagnino: Gabriele da Cannero, comune sito sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Nel 1507 e 1510 Gabriele acquistò alcune partite di Pietra nera di Chiavari.
D’altro canto, decorazioni a panoplie ricorrono in altri interventi legati ai Del Carretto a Saliceto, quali il fregio di un portale interno della chiesa di San Lorenzo, la cui costruzione tra 1505 e 1513 è legata al cardinale Carlo Domenico Del Carretto. Nel vicino castello sono invece presenti camini in arenaria grigia locale con metope ornate con armi separate da triglifi.
Un’inveterata tradizione, non confermata da nessuna fonte documentaria, vuole che il camino di Palazzo del Tribunale provenisse dalla distruzione genovese di Castel Gavone nel 1715. Non si può peraltro escludere una sua originaria destinazione al Palazzo del Tribunale o marchionale. Nel maggio 1788, l’inviato genovese Cesare Doria propose infatti “…la formazione di una porta all’ingresso cui si potrebbe porre per ornato esterno il grandioso cammino di Promontorio” collocato nel “secondo salotto” del palazzo. Il riferimento è al nuovo ingresso, che collegato al vano scale centrale sostituì l’originaria scala del 1461, che conduceva alla loggia sul fianco sinistro del palazzo.
Era un momento di grandi trasformazioni subite dall’edificio per adattarlo alle esigenze e ai nuovi gusti dei governatori genovesi, culminate nel 1789 con l’intervento voluto da Benedetto Andrea Centurione, come ricordava il lungo fregio celebrativo sulla rinnovata facciata, che ormai si apriva sull’ampia piazza formatasi dopo la demolizione della Casa del Cancelliere nel 1782.
[G.M.]