UN VIAGGIO NELLA STORIA

DI PAOLA IACONA

biblioteca di finale ligure

“Quello che più mi affascina di Finale Ligure è la straordinaria quantità e varietà di siti archeologici, che raccontano una storia lunga più di 350.000 anni, dalla preistoria al Rinascimento”. Elisa Bianchi è diventata nel dicembre 2021 conservatrice del Museo Archeologico del Finale: “Secondo me il miglior museo della Liguria, perché rappresenta molto il territorio e dialoga costantemente con esso, con l’ambizione di farlo spiccare rispetto agli altri”.

Tra le sale del Museo, negli splendidi spazi del complesso monumentale di Santa Caterina a Finalborgo, si compie davvero un viaggio nel tempo, alla scoperta delle peculiarità ambientali, storiche e archeologiche del Finalese, dal Paleolitico al Medioevo, passando per l’Età romana.

Il reperto del cuore di Elisa Bianchi, però, tra i tanti, è una statuina della Dea Madre, risalente al Neolitico e rinvenuta nella Caverna delle Arene Candide: “È sicuramente uno dei simboli del Museo, la si ritrova impressa anche sui biglietti d’ingresso” spiega “ma per me, nella sua esaltazione della femminilità, assume un significato ulteriore, di congiunzione tra passato e presente, perché in questo mio nuovo ruolo di conservatrice sono la prima donna e ne sono molto orgogliosa”.

Il percorso che ha condotto Elisa Bianchi al MAF ha, in effetti, qualcosa di fatale. È quasi per caso, o per destino, che vi approda, appena rientrata da una lunga esperienza di studio e lavoro in Emilia – Romagna, dove si è specializzata in Preistoria all’Università di Ferrara. A portarla a Finalborgo è stato un Master in management dei beni culturali, scoperto il giorno prima della scadenza delle candidature, per il quale ha brillantemente superato le selezioni, scegliendo poi il MAF per il tirocinio conclusivo.

“Il mio lavoro qui è iniziato come operatrice museale” racconta. “Per diversi anni mi sono occupata delle visite guidate e delle attività didattiche, che mi hanno allenata a trovare le migliori soluzioni di comunicazione per trasmettere la conoscenza della storia di questo territorio sempre in modo scientifico, ma semplice e immediato”. 

L’offerta di laboratori e attività didattiche è un fiore all’occhiello del Museo Archeologico del Finale e permette ai bambini di cimentarsi, ad esempio, nella pittura sulle pareti delle caverne, come ai tempi della Preistoria, o nella produzione di profumi come gli antichi romani oppure, ancora, nella scrittura come un amanuense medievale.

“Ci piace l’idea che questo sia un Museo di tutti, per questo il nostro impegno è di renderlo sempre più vivo e accessibile, senza escludere nessuno” conclude Elisa Bianchi.

E allora non ci resta che partire insieme per questo viaggio attraverso la storia!

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