I PENNELLI DI VALERIO

DI FEDERICO ALBERTO

Valerio Peluffo, nato e cresciuto a Varigotti, è guida e accompagnatore turistico per AGTL, Associazione Guide Turistiche Liguria.

“Svolgo un lavoro entusiasmante, accompagnando gruppi di adulti, italiani e stranieri, in visita a centri storici e musei. Nel ‘600 gli spagnoli scelsero Finalmarina come scalo per la madrepatria. Una delle più evidenti espressioni della potenza e del benessere acquisiti dalla Marina nel XVII secolo è la grandiosa basilica di S. Giovanni Battista, un vero trionfo di stucchi, marmi e decorazioni.” Non perde tempo Valerio, e inizia subito l’appassionato racconto di Finale e del suo territorio.

Più che di sé stesso ha voglia di parlarci del territorio che ama. In queste poche parole, che non pretendono di esaurire la storia del luogo, si sente vibrare tutta la vita che è passata per Finalmarina.

Come studioso prima e come guida poi, il suo interesse non si rivolge però solo alla storia di casate, di regni e diplomazie che dal medioevo a oggi hanno giocato sullo scacchiere internazionale determinando anche i destini del nostro territorio. Perché se a Finale ha fatto spesso capolino la Grande Storia, fatto certo singolare, è però alla conoscenza della vita materiale che si è succeduta nei secoli, ai suoi usi e costumi più profondi, quelli che hanno plasmato la civiltà e il territorio finalese, che si rivolgono sempre più spesso gli interessi di Valerio.

“È necessario provare un profondo rispetto per il finalese, che ha nei terrazzamenti (le fasce), uno dei simboli materiali della civiltà contadina locale, frutto di un immenso lavoro manuale che si è sedimentato sul territorio, opera della fatica di migliaia di uomini ripetuta per secoli. Tutto ciò che è stato registrato dal paesaggio è fonte di conoscenza, che deve essere inquadrata storicamente affinché possa acquistare un significato di valore interpretativo. Diffondere la conoscenza e l’amore per il proprio territorio e le proprie radici, le tradizioni e la fede dei nostri vecchi, ha in primo luogo l’importante funzione di consolidare l’identità locale e rafforzare il senso di comunità.”

Appassionato di storia locale, ha raccolto e studiato numerosi documenti relativi alla storia di Varigotti che sono conservati presso l’Archivio storico del Comune di Finale Ligure e gli Archivi di Stato di Torino, Genova e Savona. Ha collaborato con Marco Tommassini alla Guida dei quattro borghi, pubblicata in quattro lingue. E, inoltre, insieme a Mario Berruti ha pubblicato Varigotti: le inquietanti vicende di metà Ottocento.

“Amata per la sua quiete da molti esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, Varigotti si compone di piccoli nuclei medievali – abbarbicati tra gli ulivi – e del “paese vecchio”, con variopinte case dai tetti a terrazza, affacciate direttamente sulla spiaggia. Sul promontorio di Punta Crena l’imponente torre di vedetta e le tracce del castrum bizantino ci raccontano di una trascorsa grandezza”.

Questa è la Varigotti secondo Peluffo, ancora in poche parole, tratteggiata come in un quadro impressionista: “Un sentiero che sale tra le “fasce” e i grovigli della macchia mediterranea raggiunge l’antica e silenziosa chiesa di S. Lorenzo: cenobio benedettino in un passato ormai remoto, fu parrocchia di Varigotti fino al 1585. Alta su uno sperone roccioso a dominio della baia dei Saraceni, San Lorenzo ricorda la lirica Sere di Liguria, dove Vincenzo Cardarelli paragona le nostre chiese a “navi che stanno per salpare”.

Le parole di Valerio sono pennellate rapide e sicure che tratteggiano i luoghi di Finale. Si sente tutta la passione che lo guida nella sua attività quotidiana. Raccontare la storia del proprio territorio alle persone sembra essere qualcosa che supera infinitamente il semplice mestiere, il lavoro che fa. La professione diventa un gesto d’amore.

“Stretto nell’abbraccio delle mura: i palazzi, le chiese e il convento domenicano fanno di Finalborgo uno dei Borghi più belli d’Italia. La ricca storia consente molteplici chiavi di lettura. I marchesi Del Carretto, che ne ebbero il dominio dal medioevo fino al 1598, furono i mecenati che durante il Rinascimento vollero i chiostri di S. Caterina, lo splendido Castel Gavone, i tanti polittici cinquecenteschi. Nel XVII secolo, sotto il governo spagnolo, il borgo si arricchì di monumenti secondo il gusto barocco. Splendide le statue vestite conservate in S. Biagio, ispirate ai princìpi della Controriforma.”

Ecco Finalborgo.

Valerio crede fortemente in ciò che fa e nella collaborazione con tutti coloro che sono quotidianamente impegnati nell’informazione e promozione turistica di Finale. Sta lavorando, anche in collaborazione con il Comune, a percorsi guidati rivolti a adulti, senior, famiglie e turismo scolastico. E anche lui, come tanti finalesi che abbiamo incontrato, non manca di rimarcare l’importanza di un movimento turistico sempre più responsabile e sostenibile, vigilando affinché non si cada in un uso consumistico delle risorse storiche.

“E Finalpia, dove sorge l’abbazia benedettina, uno dei più importanti centri monastici liguri. Splendido il campanile in Pietra di Finale, con quattro ordini di bifore, databile al XIII secolo.”

Questo viaggio con Valerio Peluffo si ferma qui, a Finalpia.

Ai nuovi sguardi dei visitatori consiglia di andare alla scoperta del finalese al di là del solo mare, con occhi curiosi rivolti all’entroterra e alla molteplicità di beni monumentali che punteggiano un territorio in delicato equilibrio tra la rigogliosa natura della Riviera del ponente ligure e la costellazione di beni storici che un passato ricchissimo ha lasciato a Finale, disegnando così un paesaggio culturale di ineguagliabile bellezza.

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