RACCONTI DI UNA FINALE DEGLI ANTICHI POPOLI
DI FEDERICO ALBERTO
Lorenzo Carlini è un albergatore, un imprenditore che ha saputo andare “al di là del mare”, riuscendo a portare il mondo dell’MTB nel finalese, attirando turisti stranieri appassionati di bike e outdoor non soltanto in estate, ma per tutto l’anno.
Con un interesse personale per la linguistica e per la storia, la cultura e le religioni dei popoli antichi, Carlini ama guidare i propri clienti alla scoperta del Finalese. È riuscito a unire la passione per la natura con l’amore per la cultura e a trasformare una potenzialità inespressa di Finale Ligure in un’attività che potesse racchiudere tutte queste cose.
“Sappiamo dei liguri più dai racconti dei greci e dei romani che non dai liguri stessi. Un po’ tutta la Liguria ha questa caratteristica, che è quella di essere stata raccontata dagli altri, perché i liguri non erano capaci di leggere e scrivere e quindi trasmettevano le loro tradizioni per via orale”. E così ama fare lui, che di storie da raccontare ne ha, e parecchie.
“Porto i clienti a vedere l’alba dell’equinozio al Menhir del Bric di Pianarella, vero e proprio osservatorio solare del Neolitico, con un foro che permette di vedere il sole che nasce, per qualche giorno, agli equinozi di Primavera ed Autunno. È una cosa semplice ma allo stesso tempo emozionante, accompagnata dal suonare della conchiglia al sorgere del sole,” racconta Carlini.
“Credo che la ricerca delle nostre radici e della nostra antichità passi anche attraverso alcuni simboli,” ed è così che un oggetto per lui particolarmente rappresentativo è proprio una conchiglia. “Prima delle campane, che sono arrivate dopo Marco Polo, importate dall’Asia, i sacerdoti suonavano con le conchiglie. Le conchiglie erano trombe che richiamavano le persone, e questo è anche il mio modo di richiamare le persone alla cultura.”
“Se si è in un territorio che è famoso per il mare ma si scopre che c’è molto altro, la soddisfazione è proprio quella di stupire le persone, mostrando loro come ci possa essere qualcosa di diverso e offrendo una nuova chiave di lettura di un territorio che si pensava di conoscere: riuscire a dare un passe-partout per tutta la parte più segreta della Liguria, e farla scoprire a chi è culturalmente in grado di comprenderlo e apprezzarlo.” I racconti di Lorenzo Carlini riescono così a creare un ponte fra il passato e il presente di Finale Ligure, dando un contesto estremamente ricco allo scenario meraviglioso in cui si colloca.
Carlini ha girato il mondo, visitando a lungo il Sudamerica: luoghi magici come Peru, Cile, Patagonia, Brasile. Qui ha conosciuto uno sciamano andino, venuto poi a Finale Ligure per eseguire un rituale di purificazione del Despacho al Menhir, all’altare megalitico.
Paragonandolo ai paesi lontani in cui ha viaggiato, Carlini osserva che “il finalese è una specie di caleidoscopio, con tantissime sfaccettature”. La soddisfazione più grande che prova nel condividere le sue conoscenze con i turisti è sapere di averli appassionati al punto da lasciare un segno, di avergli fatto scoprire qualcosa.
“Le cose sono sempre a portata di mano ma magari non riesci a vederle perché sono coperte dalla polvere e finché qualcuno non ci soffia sopra e non te le fa vedere non le noti. E allora è quella secondo me la soddisfazione, riuscire a soffiare sopra la polvere.”