Giovanni Boine

OCCHI CURIOSI SUL PAESAGGIO LIGURE

Giovanni Boine, uno degli intellettuali più eminenti del gruppo “Vociano”

Era nato a Finalmarina il 12 settembre 1887, davanti alla spiaggia, al Mar Ligure, non ancora diventato attrazione turistica.

Un bambino, un ragazzo Giovanni Boine, che prima di trasferirsi a Milano per gli studi, ha giocato su quella spiaggia, al tempo luogo di lavoro, per pescatori, bottai, commercianti, nei vicoli di Marina, alternando lunghe passeggiate in collina, “fotografando” con gli occhi curiosi il paesaggio ligure, assorbendo quel carattere spigoloso e intransigente che caratterizza l’uomo ligustico.

Non abbiamo un “sentiero di Boine”, da ripercorrere, ma lo possiamo immaginare dai suoi scritti, dalla sua poetica, dalla sua visione del mondo.

I “Sogni di pietra” erano stati per Boine gli oliveti delle vallate liguri.

“Sogni concreti, duri e tenaci, come concreti e tenaci erano gli uomini che li avevano eretti, anno dopo anno, generazione dopo generazione. Sogni impastati di fatica e di sudore a divenire preghiera, salda fiducia nel futuro. Testimonianza di un passaggio sulla terra che doveva lasciare una traccia indelebile fatta di olivi e di pietra. La vera cattedrale dei Liguri, secondo Boine attribuzione di significato ad una vita aspra, interamente compresa in un lavoro senza soste, ad una quotidiana fatica fondata su di un’etica del sacrificio che per quegli uomini assumeva quasi carattere di preghiera”, scrive Giorgio Amico.

“Terrazze e muraglie fin su dove non cominci il bosco, milioni di metri quadri di muro a secco che chissà da quando, chissà per quanto i nostri padri, pietra per pietra, hanno con le loro mani costruito.

Pietra su pietra, con le loro mani, le mani dei nostri padri per secoli e secoli, fin su alla montagna!

Non ci han lasciati palazzi i nostri padri, non han pensato alle chiese, non ci han lasciata la gloria delle architetture composte: hanno tenacemente, hanno faticosamente, hanno religiosamente costruito dei muri, dei muri a secco come templi ciclopici, dei muri ferrigni a migliaia, dal mare fin in su alla montagna!

Muri e terrazze e sulle terrazze gli olivi contorti a testimoniar che han vissuto, che hanno voluto, che erano opulenti di volontà e di forza…”, scriveva invece Boine ne La crisi degli olivi.

Ecco, partendo da Finalmarina, una passeggiata sino a Finalpia, lungo la spiaggia, sino ad imboccare le antiche crose che portano agli orti, agli oliveti, ai muretti a secco, nel ricordo di Boine.